Quando
nasce la spy story? Ci vorrebbe un dotto saggio per esplorarne le origini e le
caratteristiche. Vogliamo tirare in ballo “La primula rossa” della Baronessa
Orczy, libro che precede – e ispira? – la formazione dei servizi segreti? Meglio
che mi limiti a ricordare alcuni
scrittori di spy stories con un onorato passato di spioni essi stessi, da
Somerset Maugham a Ian Fleming, il secondo dei quali è il capostipite di alcuni due prolifici filoni,
quello scritto, con la sequela dei suoi quattordici romanzi, e quello
cinevisivo, con ben ventiquattro film, tratti o ispirati alle vicende del personaggio
divenuto un icona, James Bond ovvero 007, spione romantico e spregiudicato,
violento quanto basta, seduttore e rubacuori. Senza dimenticare i romanzi di
Eric Ambler e lo sconfinamento della spy story nel thriller tout court o in
altri generi, tipo fantapolitica e fantasy. In anni più prossimi a noi il
genere letterario è andato un po’ in disuso, soppiantato da altri cocktail più
sofisticati e arruffati ma che non trascurano due caratteristiche: lo svolgersi
dell’azione sotto cieli diversi possibilmente esotici e il coinvolgimento di reti
spionistiche senza scrupoli, disposte ad ogni nefandezza, in primo luogo la
famigerata CIA, unica sopravvissuta ufficialmente fra le varie KGB,
Intelligence Service, Mossad o magari Spectre. “Poteri straordinari” di Joseph Finder
- protagonisti una coppia di sposi, eredi di una generazione di spioni - risale
al 1994 ma sembra ancor più vecchio quanto alla trama che tira in ballo la solita
CIA e spazia fra continenti e paesi
diversi, con una sostanziosa sosta in Italia, vecchio di ventidue anni ma
ancora leggibilissimo, nel suo sapiente rimescolamento di assurde quanto
verosimili avventure intrise di fantapolitica. Del resto l’americano Joseph Finder
è l’ennesimo scrittore ex-spione, che dal suo vecchio mestiere ha tratto spunti
e strategia nonché il mito della superspia, esposta ad ogni vento ma abilissimo
nell’inventare trucchi, sventare congiure, sopravvivere ad ogni intemperie o
sparatoria. Un libro che si legge a precipizio e che non lascia tregua.
(Leandro Castellani)
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