Gli avevano chiesto: cosa vuoi
fare da grande? La solita domanda scema che a suo tempo avevano rivolto anche a
lui. Sembra che gli adulti vogliono liberarsi dal loro odioso presente annullandolo
nell’ipotetico futuro dei piccoli. Come se dicessero: io faccio il computista
commerciale, il farmacista, il pizzicangnolo, ma quel bambino, mio figlio, il
mio nipotino: chissà mai cosa potrà diventare, quali progetti cova nella sua
bella testolina. E allora: cosa vuoi fare da grande? Nessuno che rispondesse:
l’impiegato alle poste, lo spazzino o, come si preferisce dire adesso,
l’operatore ecologico. Cosa vuoi fare da grande? E si aspettavano una delle
rituali risposte: l’aviatore, l’astronauta, l’esploratore o, nel caso di
fanciulli aperti alla mistica, il missionario. Ma i tempi erano cambiati. La
risposta ce l’aveva pronta: il videogioco, o più specificatamente, il
personaggio di un videogioco, ma uno di quei videogiochi belli – ultima generazione
- dove si spara con la pistola, il mitra, il bazooka, il missile a testata
atomica, si investono i nemici con la propria auto, si distruggono in volo gli
alieni, i gangster, i mafiosi o, nel caso di recupero del passato scolastico o
per aver frequentato il genere “fantasy”, fare il pugnale, la scimitarra, il
kriss, la mazza ferrata, la lancia, la daga. Ma limitarsi ai pugni e ai calci, ma
scanditi con raffinate tecniche marziali. Vestirsi da giapponese, da ninja, da
guerriero medioevale ma con mitra automatico, oppure da gangster, da Men in
mantello nero e con gli occhiali scuri. Avere per nemici quotidiani redivivi
mostri preistorici o robot meccanici, affrontare sfide sempre più complesse,
con salti acrobatici, triple rivoluzione, spiccare salti di cinque piani e
altre prodezze. E sangue che schizza da ogni nemico abbattuto, viscere che si
spargono a terra, corpi che esplodono... Ma allora vuoi fare il programmatore
digitale?suggerirebbe l’adulto acculturato. No, non ci siamo capiti, voglio
entrare nello schermo, diventare un essere animato, disegnato, inventato,
diventare invincibile e immortale. E quando il nemico riesce ad abbattermi o a
farmi scomparire nel vuoto, game over, il gioco è chiuso. Un clic e si
ricomincia da capo.
(Leandro Castellani)
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