Ci
sono libri da bere e libri da centellinare come un vino d’annata, i cosiddetti
vini “da meditazione”. Così per i libri. “Crimini gemelli” è un thriller di
quelli da leggere in un soffio, senza riuscire a fermarsi e rimandare la
lettura ad altro momento ponendo fra le pagine l’apposito segnalibro. La storia
è un po’ scontata, forse molto scontata, basata sul fascino misterioso dei
gemelli cosiddetti omozigoti, cioè quelli nati dallo stesso ovulo, particolarmente legati da affinità un po’
misteriose. E insieme è una trama scandita secondo le costanti della “narrativa
gemellare”, qui in versione al femminile: una gemella buona e una gemella
cattiva, una gemella bruna e una gemella bionda e così via: essendo fisicamente uguali scoprire il gioco.
Tutto qui. Ma Meg O’Brien – una scrittrice di thriller venuta a mancare nel
2008 - spara le sue cartucce con abilità un po’ sadica, gira e rigira i suoi
attori come in una specie di gioco delle tre
carte: dov’è la buona e dov’è la cattiva? O meglio: qual’è la buona e
quale la cattiva. Tutto scontato e invece no: non indovinerete mai il finale nè
pretendo di anticiparlo. Un libro forse un po’ meccanico, con personaggi un po’
da album delle figurine. Troppo furbo per toccarvi davvero. Ma come libro di
consumo estivo non si può dire che deluda.
(Leandro Castellani)
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