Quella
mattina era uscita di casa in preda a un dolce sentimento d’attesa. Sapeva che
il destino non poteva negarle l’amore, un amore speciale per lei sola,
diciott’anni, bellissima, le labbra sempre atteggiate a una smorfietta che i
suoi amici trovavano deliziosa e le amiche sdegnosa, i capelli color del grano,
le forme adolescenziali ma già sbocciate rattenuta da un abitino a fiori rosa.
Si allontanò dal paese, voleva raggiungere la campagna, in solitudine, mescolarsi
al grano quasi maturo. E a un tratto fu spinta ad alzare gli occhi verso il
cielo, uno strano ordigno stava scendendo veloce verso terra: un aereo in
difficoltà? Un meteorite? Ma somigliava piuttosto a una di quelle capsule al
rientro dallo spazio di cui avevano parlato i giornali, pubblicandone anche la
foto a colori, a piena pagina: in quei giorni si attendeva il rientro
dall’atmosfera di un astronauta solitario vissuto due mesi sulla Luna. Il
bolide piombò a terra, facendo ondeggiare il grano come una forte brezza
d’estate. Rita rimaneva immobile, attratta da quel globo luminoso che era
venuto a spegnersi posandosi a pochi metri da lei. E improvvisamente qualcosa
si mosse, si aprì il massiccio portello della capsula e l’ospite uscì fuori,
serrato in uno scafandro da palombaro o meglio da astronauta. Rita avrebbe
voluto fuggire, allontanarsi da quell’essere misterioso che le faceva paura: un
abitante di un pianeta misterioso? Forse un mostro venuto dallo spazio?
L’astronauta si tolse lo scafandro che gli serrava la testa: le apparve un
giovane bellissimo, qualche anno più di lei, con due occhi intensi, profondi,
neri come la pece, che la fissarono con evidente curiosità: - Salve, spero di
non averla spaventata. Sono Nicola, rientrato dallo Spazio, strano che non ci
sia nessun ufficiale ad accogliermi. Volevo dire: quale accoglienza migliore
che vedere lei? Posso chiederle il suo nome? - Mi chiamo Rita. - Nome
bellissimo, e io sono... - Lo so benissimo chi è lei, ne hanno parlato i
giornali, lei è... Il giovane le troncò la parola: - Nicola, semplicemente
Nicola. E il destino che mi ha portato proprio qui, vicino a lei, al ritorno
dallo spazio... Rita gli sorrise: l’incanto di quell’incontro Sì, lo sapeva, si
sarebbero rivisti e forse...
(LEANDRO CASTELLANI à la manière de... Grand’Hotel)
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