lunedì 4 luglio 2016

HOMO TECHNOLOGICUS



La carenza di materie prime e la crisi dell’industria aveva reso obsolete tutte o quasi le invenzioni tecnologiche: niente più computer, cellulari, automobili, pannelli solari. antiallarme ed impianti energetici. C’era invece grande abbondanza di esseri umani. La migrazione e la contro-migrazione della seconda metà del millennio avevano ristabilito l’equilibrio demografico del pianeta. C’era sovrabbondanza di materiale umano in ogni angolo della terra e in ogni spazio abitabile. Di qui la nascita di un nuovo tipo di materiale utilizzabile, l’homo technologicus appunto. C’era l’uomo cellulare, sempre disponibile, dotato di poteri telepatici: poteva metterti in comunicazione con chicchessia e fungere da collegamento immediato. I telepatici erano distribuiti nei vari condomini, ma erano anche reperibili agli angoli delle strade, nei luoghi un tempo occupati dalle cabine telefoniche, al riparo dalle intemperie. C’erano poi telepatici cellulari presso le aziende, nei negozi, nelle hall degli alberghi, negli edifici pubblici, negli uffici  postali.
C’era homo-mail o l’uomo postale. Una sorta di pony che consegnava non solo lettere missive e plichi ma distribuiva anche commenti sui fatti del giorno, oroscopi, informazioni metereologiche e stradali e inoltre suppliva anche ad altre esigenze da facebook, per esempio raccontava barzellette, proverbi, citazioni da poeti, Anche l’homo-mail era sempre disponibile, girava numerosissimo per la strada, bastava affacciarsi alla finestra di casa o a quella dell’ufficio e convocarlo con un fischio.
L’homo pila forniva energia a destinazione: poteva ricaricare al momento i piccoli apparecchi sopravvissuti alla crisi, i generatori di acqua calda, le lampadine e così via. Bastava inserirgli l’apposita spina nel culo e tenercela lì il tempo necessario per la ricarica. Come faceva a portarsi addosso tanta energia? Passava ore ed ore al sole, oppure trascorreva lunghi periodi in luoghi molto ventosi  o si faceva piovere addosso una cascata: i mezzi erano molteplici.
C’era l’homo antiallarme: lo sistemavi di notte o nei periodi di assenza fuori dalla porta di casa, possibilmente fornito di apposita arma. Già perché anche, negli stessi anni, anche l’homo-lader si era fatto particolarmente abbondante.  Per le signore poi  c’erano le donne maquillage che dispensavano il trucco  a domicilio: messa in opera e materiali. Le donne cuciniere, le donne aspirapolvere, le mamme merendina eccetera. I sistemi di retribuzione si erano fatti più disponibili e semplici da usare: carte di credito da infilare in bocca al fornitore d’opera. Insomma il mondo si era attrezzato e andava avanti lo stresso, e tutti e tutte avevano un lavoro da cui ricavare il giusto compenso. Ai margini della città gli strumenti tecnologici desueti si ammucchiavano a dismisura, sino a formare nuove amane colline in cui passare i weekend. Colline, non chiamatele discariche!
(Leandro Castellani)

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