Quando uno è nato buono – come nel mio caso – non può
fare a meno di gratificare il prossimo con consigli inutili e istruzioni
inefficaci. Un romanzo? Romanzieri si nasce o si diventa? Chi non ha mai
desiderato in cuor suo di scrivere un romanzo, ma uno di quelli veri, lungo
almeno un duecento pagine, dove i personaggi siano descritti e definiti a tal
punto da meravigliarci se non li incontriamo ogni giorno per la strada. Oppure
personaggi impossibili, travestiti da maghi o da eroi fantasy, o magari da killer
seriale e ciò nonostante rubacuori e rubagioielli, corruschi e affascinanti
come Diabolik. Un romanzo per riciclare una storia che ci hanno raccontato,
oppure un pezzetto della nostra vita ma amplificato, truccato. Ma poi sorge il
dubbio se riusciremo mai a trovare un editore. Le editrici si suddividono in
diverse categorie: è la prima informazione da recepire. Ci sono quelli di serie
A, intoccabili, inavvicinabili, che pubblicato soltanto best-seller stranieri, completi
e inamovibili come un format televisivo acquistato a peso d’oro, con le
recensioni già scritte, le presentazioni già sponsorizzate, la partecipazione
ai premi già assicurata e così via, il tutto preordinato a cura di esperti che valutano
e giudicano il tuo manoscritto secondo il tempo a loro disposizione, la voglia
di avventurarsi nella lettura, i suggerimenti degli amici del bar o dei
salotti. Quelle editrici lì, meglio lasciarle stare! A voi non vi si filano
neppure, a meno che non siate una bella donna: e rieccoci col maschilismo! Po
ci sono le case di serie B,C,D e così via, quelle che cercano a fatica e onorabilmente
di farsi spazio sulle vetrine di una libreria, magari una di quelle in via di
estinzione, oppure sulle pagine di un giornale compiacente. Seguono le editrice
furbe o furbastre o accattone. Che ti promettono la pubblicazione previa
prenotazione di servizi tipografici,
acquisto di copie o altri machiavelli assortite. Seguono le tipografie
mascherate da editrici, che accolgono i cosiddetti romanzo self, quelli a
diffusione familiare o, al massimo, condominiale. Se posso aprire una
parentesi, voglio precisare che io ho sempre schivato – leggi schifato – le
Editrici di serie A ed ho privilegiato quelle di serie B e seguenti, ma quelle
serie, che non ti chiedono anticipi, ti fanno formare un contratto con la
percentuale d’autore e che – nell’ipotesi ce la facciano a ricoprire le spese
di stampa – ti accantonano i denari e te li versano su richiesta. Le Editrici
serie, collaudate, più o meno longeve ma affidabili. Tempo scaduto. Fine della
lezione.
LEANDRO CASTELLANI
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