domenica 25 aprile 2021

E FINALMENTE PASSIAMO AGLI INEDITI

 Primo fra tutti la mia chiacchierata e battagliata autobiografia, “La valigia di Hiroshima”. L’ho stesa di getto un paio di anni fa, talora utilizzando i miei appunti già piazzati su Facebook. Poi mi sono accorto che veniva troppo lunga, densa di cose vicende e persone che in fondo potevano interessare solo me, e ho provveduto ad una sostanziosa quasi drastica potatura, e inoltre a sciacquare i miei panni, non nell’Arno di manzoniana memoria ma nel più familiare Metauro, se non addirittura nel torrente sotto casa, l’Arzilla. E’ una storia ragionata  spero piacevole, di quello che ho vissuto, di quello che ho fatto e di quello che ho tentato d fare.

Altro momentaneo inedito, l’ultimo “scritto” emerso dalla mia tastierina. Titolo: “Per una selva oscura”. Dante c’entra assai poco, ma non posso escluderlo, dato che Dante c’entra sempre, in tutto. Ho infilato una dopo l’altra le vicende della gente che, nel corso dei secoli, ha calcato la terra dove abito attualmente e che ha disegnato la mia infanzia. Una selva “selvaggia ed aspra e forte” sino a un certo punto, a qualche chilometro da Fano. Le storie-racconto – tutte sportivamente inventate o quasi - dei colonizzatori e degli abitanti della mia terra: un cartaginese scampato alla battaglia del Metauro, una strega molto sui-generis, un cavaliere al seguito di Antonello da Carignano, un intendente rapito dai saraceni e tornato dopo un lungo esilio a morire nella sua terra, un mio antenato cacciatore di banditi, un alieno marziano con la vocazione dell’ambientalista. Racconti tutti annodati fra loro come una catena di favole.

E passiamo al recupero di inediti momentaneamente o definitivamente abbandonati. “Visti e conosciuti” (titolo molto provvisorio) contiene tutta una serie di ritratti o di semplici appunti su molti dei personaggi incontrati via via durante la mia carriera e legati a me per un momento di vita, per un ricordo, per un attimo di partecipazione, reale o ideale. Potrebbero catturare qualche lettore? Su Facebook c’è chi mi dice di sì, ma è tutta gente in qualche modo partecipe del mio mondo o del mio lavoro. Ma gli altri?

Ho interrotto e abbandonato una sorta di lunga biografia, modicamente romanzata, di un personaggio illustre quanto un po’ scomodo,  Guglielmo Marconi, il Cristoforo Colombo di un nuovo continente, quello che attualmente ci ospita, il primo uomo a far superare ai segnali, al suono e forse all’immagine le barriere dello spazio, all’origine della civiltà informatica. Qualche anno fa gli dedicai in fretta e furia – c’era un anniversario che rischiava di scadere - un romanzo radiofonico, anche diretto da me, in ben sessantacinque puntate – diconsi 65 – nel quale, forse per la prima volta, si tentava di rendere vicino – e commestibile - un personaggio relegato ai ricordi di un passato politicamente un po’ inquinato. Sarebbe stato facile trarne un romanzo tutto da leggere. Ma non credo che lo porterò avanti, mi spaventa il numero delle pagine.

LEANDRO CASTELLANI


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