mercoledì 14 agosto 2019

IL MESTIERE DEL REGISTA - 7. LE COMPARSE


La scelta delle comparse viene di solito affidata all’aiuto-regista e gestita dai capi-gruppo, funzione che ha qualche analogia con il caporalato. A molte selezioni presiedetti io stesso. Un po’ di apprensione quando riconoscevo fra quei volti anonimi, alcuni di quelli divenuti – forse loro malgrado – famosi, tipo la mitica Franca Scagnetti che si presentava con modestia alle selezioni ma era detentrice addirittura di un Nastro d’Argento – l’Oscaretto nostrano -, o altri volti altrettanto noti ma senza nome.  La liturgia farlocca della macchina cinema vuole che “le comparse”, vale a dire i “figuranti”, vengono distinti dai “figuranti speciali”, quelli che non si limitano a passeggiare su e giù per la “location”, ma si impegnano in qualche azione un po’ più complessa, come abbracciare il protagonista o fingere di parlare con lui. Fingere senza dir nulla perché se lo salutano a parole o pronunciano la tradizionale battuta “il pranzo è servito” salgono sindacalmente nella categorie attori. Ecco il perché  di tanti saluti o ringraziamenti a bocca chiusa…
Altro elemento rituale – quasi sacrale, direi - entrato di forza nella mitologia del cinema, è il “ciak”, cioè quella tavoletta nera dove vengono riportati, oltre ai dati essenziali - titolo, produzione, regia, fotografia - il numero della sequenza e dell’inquadratura e delle ripetizioni della medesima. Il caratteristico rumore del ciak è ottenuto battendo la barretta mobile inferiore all’altra e lasciandola poi ricadere: il contatto dura un istante ma questo contatto serve a stabilire con esattezza il punto di contatto fra immagine e suono, ed verrà utile per sincronizzare suono e immagine. Io mi sono divertito molte volte, nelle produzioni gestite da me, a ironizzare su questo strumento sacrale, omettendo nella fretta di usarlo e sostituendolo con una battuta di mano o con lo schiocco delle dita. Tanto poi il montaggio lo avrei fatto da solo, riconoscendo al volo quanto e cosa avevo girato, e sincronizzando suono e immagine con la prima “labiale” di un attore. Nella nuova tecnica di ripresa digitale il ciak non serve decisamente a nulla, ma chi rinuncerebbe a questo accessorio che fa parte della storia ed anche della leggenda?
(L.C.)

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