La
“segretaria di edizione”, altro compito importante. E’ quella che prende nota
delle varie inquadrature via via filmate e le enumera su ciak e copione, per
rendere agevole il montaggio da parte del montatore non presente sul set, annotando
le riprese da stampare, quelle di riserva e quelle da scartare. E inoltre deve
prestare attenzione alla cosiddetta “continuity”, cioè che fra una scena e l’altra,
girate in tempi diversi, non vi siano sbagli, incongruenze e sbalzi nei costumi,
nel trucco, nell’arredamento, nelle posizioni degli attori: la sigaretta fino a
dove era fumata, il bicchiere era pieno, vuoto o semivuoto? Funzione agevolata
dalle numerose polaroid che la segretaria scatta continuamente e che – in tempi
antecedenti al digitale – costituivano, assieme agli appunti, il suo unico promemoria.
Anche della segretaria di edizione decisi di fare sbrigativamente a meno e non
solo nelle mie produzioni dirette, dato che stampavo tutto il girato, montavo personalmente
i miei lavori e - grazie a Dio - la
memoria non mi faceva difetto.
(Piccolo
dettaglio: il vecchio ciak “all’italiana” porta la tavoletta mobile sul margine
inferiore, in modo che la tavoletta, dopo la battuta, ricada immediatamente e
quindi il colpo occupi un solo fotogramma, cosa che non accade se la tavoletta
mobile è posta sul lato superiore.)
Completano
il reparto direttivo, secondo la liturgia talvolta pleonastica del cinema, poi ereditata
dalla tv - e che io avevo cercato nel mio piccolo di rivoluzionare - il cosiddetto assistente alla regia, quasi
sempre un giovane interessato al cinema anche come futuro mestiere, che assiste
alle riprese e dà una mano dove e se necessario. Secondo la vulgata del cinema,
è è quello che va a comprare le sigarette al regista – ma io non fumo - o si
assicura che al regista, sempre indaffaratissimo, sia conservato il cestino da
consumare nella pausa pranzo. Debbo precisare che la riduzione di alcune figure
cosiddette indispensabili nei telefilm di mia produzione rispondeva a due necessità:
riduzione dei costi – i miei erano sempre programmi “a basso costo” – e agilità
nelle riprese nei luoghi autentici, dal vero, senza il peso di sconvolgenti
apparati faraonici.
(Leandro Castellani)
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