mercoledì 7 giugno 2017



IL PIANETA TV
Ma che cos’è? Un manuale, un saggio o una serie di variazioni autobiografiche? Nulla di tutto questo, anzi mi correggo, tutto questo e anche altro. Mentre il Pianeta Tv sta allontanandosi dalla “galassia Marconi” – secondo la storica definizione di Mc Luhan – per veleggiare verso la galassia Steve Jobs e Bill Gates, cerco di salvarne la memoria. Il tutto in  tre capitoli. Il primo:  come nasce e come si afferma questo rivoluzionario mezzo di comunicazione di massa e soprattutto come inventa e come usa quel suo singolare linguaggio fatto di immagini sonore in movimento.  Attenzione! Niente di tecnico, di gergale, insomma di complicato. Una bussola tascabile per poter capire la tv, come e cosa ci dice, come da rigoroso modello di informazione può diventare – di volta in volta – imbonitrice, adescatrice, seduttrice. E vai col secondo capitolo: una veloce cronistoria di quanto la televisione italiana ha costruito in questi sessant’anni di vita. Raccontata in modo eloquente e stimolante, senza seguire la banale “vulgata” delle rievocazioni. Ed eccoci al terzo capitolo: “Parliamo tanto di me”, come direbbe Cesare Zavattini. Ho incontrato la tv che era una bambina, ancora incerta nel muoversi e nel parlare. E anche se non da solo naturalmente, ho cercato di insegnarli a parlare, le ho fatto incontrare la Storia, non quella di mille anni fa, ma quella recente, del nostro passato prossimo. E ho inventato alcune formule di spettacolo, prima che esistesse il termine “format”. Il mio illustre predatore, l’amico Giancarlo Governi, dice che mi sono inventato addirittura  “lo specifico televisivo”. Bonta sua! Tutto questo raccontato in 167 pagine? Certo e anche di più, per esempio i pareri scanzonati su questo meraviglioso e micidiale medium, a cominciare da quello del grande attore Robert Mitchum: “Se mi piace la tv? Sì, perchè si spegne facilmente!”

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