domenica 18 giugno 2017

CRONACHE DAL GALANTATA, 4



cronache dal Galantara,  4
Ho abbandonato il mio fedele Kindle vista la possibilità di attingere alla straordinaria biblioteca circolante distribuita “apparentemente” a casaccio in ogni andito della Residenza Galantara, nonché, protetta da scatoloni in plastica, anche in alcuni angoli raggiungibili dell’annesso parco. Su ogni libro un adesivo avverte: “Leggere fa bene alla salute: prendimi, leggimi, ma... riportami !!!”
Cosa ho incontrato? Alcuni thriller alla moda che in altri momenti avrei pedissequamente recensito, fra questi una voluminosa storia, architettata alla grande e firmata da Lynda La Plante, sceneggiatrice di fiction nonchè scrittrice, dal nome che sembra finto, e invece è di una ex-attrice che se la cava benissimo. E poi uno strano libro che riunisce per l’ennesima volta la storia degli pseudo-misteri di sempre: dalla docile e pudica Nessie, serpentessa anfibia nascosta nel lago di Loch Ness in Scozia, alla scomparsa di Martin Borman, definitivamente svelata un paio d’anni dopo l’uscita di questo libro, e così via.  Ma la vera scoperta di questi giorni la devo a un volumetto portatomi da mio figlio, che ne aveva tratto un racconto per la sua serie di straordinari “Audiolibri” del mistero e del terrore, audiolibri magistralmente adattati, letti, montati e musicati da lui stesso. Il libro è un’antologia dei racconti di Maupassant, autore celebratissimo, che confesso - ad onta del mio amore per la letteratura francese - conoscevo solo di nome o poco più (confessare i propri limiti letterari non è certo una vergogna, ma neppure c’è da vantarsene). Sono racconti neri, misteriosi, fantastici e crudeli, che prendono le distanze dal realismo, dal naturalismo e da tutti gli ismi possibili e immaginabili per spiccare il volo verso altri più misteriosi e affascinanti lidi. Covando al loro interno alcune idee rivoluzionarie quanto irresistibili. Per esempio: come la nostra capacità di vedere, ascoltare, capire il mondo sia congenitamente circoscritta dai “sensi” di cui disponiamo: solo cinque e di limitate estensioni. In modo originale ripete la battuta shakespeariana: Ci sono più cose fra cielo e terra, Orazio, di quante ne contempli la nostra filosofia. Sono riflessioni e squarci impagabili. E inoltre Maupassant ribadisce in questi racconti, il valore rivoluzionario della pazzia, o follia che dir si voglia, sviluppando forse inconsapevolmente un’intuizione dello “scapigliato”  Iginio Ugo Tarchetti: chi è il pazzo fra noi? Mi fermo qui, ma -  come si vede - un femore fragile può pur servire a qualcosa. Tutto sta nell’accontentarsi.

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