cronache dal Galantara, 4
Ho
abbandonato il mio fedele Kindle vista la possibilità di attingere alla
straordinaria biblioteca circolante distribuita “apparentemente” a casaccio in
ogni andito della Residenza Galantara, nonché, protetta da scatoloni in
plastica, anche in alcuni angoli raggiungibili dell’annesso parco. Su ogni
libro un adesivo avverte: “Leggere fa bene alla salute: prendimi, leggimi, ma...
riportami !!!”
Cosa
ho incontrato? Alcuni thriller alla moda che in altri momenti avrei
pedissequamente recensito, fra questi una voluminosa storia, architettata alla
grande e firmata da Lynda La Plante, sceneggiatrice di fiction nonchè
scrittrice, dal nome che sembra finto, e invece è di una ex-attrice che se la
cava benissimo. E poi uno strano libro che riunisce per l’ennesima volta la
storia degli pseudo-misteri di sempre: dalla docile e pudica Nessie,
serpentessa anfibia nascosta nel lago di Loch Ness in Scozia, alla scomparsa di
Martin Borman, definitivamente svelata un paio d’anni dopo l’uscita di questo
libro, e così via. Ma la vera scoperta di
questi giorni la devo a un volumetto portatomi da mio figlio, che ne aveva
tratto un racconto per la sua serie di straordinari “Audiolibri” del mistero e
del terrore, audiolibri magistralmente adattati, letti, montati e musicati da
lui stesso. Il libro è un’antologia dei racconti di Maupassant, autore
celebratissimo, che confesso - ad onta del mio amore per la letteratura francese
- conoscevo solo di nome o poco più (confessare i propri limiti letterari non è
certo una vergogna, ma neppure c’è da vantarsene). Sono racconti neri,
misteriosi, fantastici e crudeli, che prendono le distanze dal realismo, dal
naturalismo e da tutti gli ismi possibili e immaginabili per spiccare il volo
verso altri più misteriosi e affascinanti lidi. Covando al loro interno alcune
idee rivoluzionarie quanto irresistibili. Per esempio: come la nostra capacità
di vedere, ascoltare, capire il mondo sia congenitamente circoscritta dai
“sensi” di cui disponiamo: solo cinque e di limitate estensioni. In modo
originale ripete la battuta shakespeariana: Ci sono più cose fra cielo e terra,
Orazio, di quante ne contempli la nostra filosofia. Sono riflessioni e squarci impagabili.
E inoltre Maupassant ribadisce in questi racconti, il valore rivoluzionario
della pazzia, o follia che dir si voglia, sviluppando forse inconsapevolmente
un’intuizione dello “scapigliato” Iginio
Ugo Tarchetti: chi è il pazzo fra noi? Mi fermo qui, ma - come si vede - un femore fragile può pur
servire a qualcosa. Tutto sta nell’accontentarsi.
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