cronache dal Galantara, 2
Grazie alla sollecitudine di mio
figlio Aldo Emanuele posso disporre del
dispositivo Fire di Amazon con cui riesco a tenermi aggiornato in fatto di
cinema e tv. Senza – purtroppo – avere la possibilità di farne la recensione.
Addio! altrettanti ricordi, anche molto recenti, che se non tradotti in parole
rischiano di sfuggirmi e per sempre. Tento in recupero a distanza non
appena finalmente riesco a mettere le
mani su una tastiera: “Orphanage, un ottimo film spagnolo; “Cuore artico”, un
singolare film francese; altro singolare film francese “Nella casa”, firmato da
François Ozon e con l’ottimo Fabrice Luchini;
poi due accurate ricognizioni nella storia: “The Chosen”,
sull’assassinio di Trotsky, la cui sceneggiatura ripete parole per parola
l’inchiesta giudiziaria alla quale anch’io attinsi per la mia inchiesta-tv,
dove rivelai – e fu la prima volta – che Jacques Mornard era Ramon Mercader;
“Serajevo” racconta in modo piano ma efficace i retroscena del “complotto” per
provocare scientemente lo scoppio della prima guerra mondiale: due esempi
perfetti di come si possano e si debbano produrre opere del genere. E poi c’è “The Master”, film curioso e
interessante anche se un po’ ondivago e confuso, con un grande Philip Seymour
Hoffman e uno strepitoso Joachin Phoenix. E poi ancora “Max Rose”, l’ultimo
film del grande – posso ripetere grande? - Jerry Lewis, un ritratto umanissimo
e impietoso della senilità, che forse solo i “senili” come me possono
apprezzare pienamente. Mi informa mio figlio che questo ottimo film ha
raggranellato critiche molto negative – o tempora o mores! Nella tv
“generalista” ho occasione di vedere anche un film italiano, “Loro chi?”.
Dicono che abbia un buon successo e che riscuota lode e consenso di botteghino.
Che squallore!!! Fra le serie televisive fornite da Netflix non mi dispiace
“Bloodline”, con due vecchi leoni come la Spacek e Sam Shepard e un andamento
non travolgente ma psicologicamente stimolante, e poi “Ingovernable”, una serie
messicana raccontata con quel misurato vigore che era anche caratteristica
delle serie “Narcos”. Ormai tutti i paesi fanno cinema e lo sanno fare anche
bene, l’importante è avere qualcosa da dire e un motivo per dirlo agli altri.
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