venerdì 16 giugno 2017

CRONACHE DAL GALANTARA - 2



cronache dal Galantara, 2
Grazie alla sollecitudine di mio figlio Aldo Emanuele posso disporre  del dispositivo Fire di Amazon con cui riesco a tenermi aggiornato in fatto di cinema e tv. Senza – purtroppo – avere la possibilità di farne la recensione. Addio! altrettanti ricordi, anche molto recenti, che se non tradotti in parole rischiano di sfuggirmi e per sempre. Tento in recupero a distanza non appena  finalmente riesco a mettere le mani su una tastiera: “Orphanage, un ottimo film spagnolo; “Cuore artico”, un singolare film francese; altro singolare film francese “Nella casa”, firmato da François Ozon e con l’ottimo Fabrice Luchini;  poi due accurate ricognizioni nella storia: “The Chosen”, sull’assassinio di Trotsky, la cui sceneggiatura ripete parole per parola l’inchiesta giudiziaria alla quale anch’io attinsi per la mia inchiesta-tv, dove rivelai – e fu la prima volta – che Jacques Mornard era Ramon Mercader; “Serajevo” racconta in modo piano ma efficace i retroscena del “complotto” per provocare scientemente lo scoppio della prima guerra mondiale: due esempi perfetti di come si possano e si debbano produrre opere del genere.  E poi c’è “The Master”, film curioso e interessante anche se un po’ ondivago e confuso, con un grande Philip Seymour Hoffman e uno strepitoso Joachin Phoenix. E poi ancora “Max Rose”, l’ultimo film del grande – posso ripetere grande? - Jerry Lewis, un ritratto umanissimo e impietoso della senilità, che forse solo i “senili” come me possono apprezzare pienamente. Mi informa mio figlio che questo ottimo film ha raggranellato critiche molto negative – o tempora o mores! Nella tv “generalista” ho occasione di vedere anche un film italiano, “Loro chi?”. Dicono che abbia un buon successo e che riscuota lode e consenso di botteghino. Che squallore!!! Fra le serie televisive fornite da Netflix non mi dispiace “Bloodline”, con due vecchi leoni come la Spacek e Sam Shepard e un andamento non travolgente ma psicologicamente stimolante, e poi “Ingovernable”, una serie messicana raccontata con quel misurato vigore che era anche caratteristica delle serie “Narcos”. Ormai tutti i paesi fanno cinema e lo sanno fare anche bene, l’importante è avere qualcosa da dire e un motivo per dirlo agli altri.

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