sabato 13 febbraio 2016

SANREMO OVVERO LA PASQUA LAICA



E’ quasi triste dirlo. Ma l’unica Pasqua laica che la televisione italiana abbia offerto alla pubblica celebrazione nei sessant’anni della sua esistenza è il  Festival di Sanremo. Nato quasi per sbaglio come diversivo per gli annoiati frequentatori di quella stazione di soggiorno, coinvolgendo la Radio con la sua orchestra stabile e i suoi due o tre cantanti ufficiali, è divenuta con gli anni, un evento che ha seguito da vicino l’evolversi della civiltà nostrana celebrandone puntualmente i fasti e i nefasti. Ne ho narrato per sommi capi la storia nel mio “La TV dall’anno zero” e non sto a ripetermi. Anche io, sia pur con la scusante dell’età giovanile, sono stato a suo tempo coinvolto nel rito, come spettatore e neofita, ne ho seguito gli alti e bassi, le crisi da contestazione e le resurrezioni. Da diversi anni mi sono guarito diventando un sano miscredente. Ma ignorarlo non si può: gli sponsor, lo tsunami pubblicitario, le enfatizzazioni giornalistiche non te lo permettono, non te lo fanno proprio fare. Scorro velocemente qualche immagine riportata dai tg e dai commenti sparsi qua e là nei vari programmi. Ascolti abissali che, “incredibile dictu”, hanno riguardato soprattutto quelle masse giovanili che – a rigor di logica - avrebbero dovuto starne lontano. Adesioni favorite non tanto – ritengo – dalle luci abbacinanti dell’impianto scenografico e dal solito rituale da missa solemnis, quanto dalla resa ai temi e diciamo pure alle ipocrisie del momento. Anche Samremo è diventata buonista, o forse lo è stato un po’ sempre, ma il buonismo si è puntualmente aggiornato: si è parlato di adozioni omosessuali, di disabili, di povertà, di accoglienza, di migranti, rendendo il doveroso omaggio alle forze dell’ordine, ai militari in missione, il tutto con accostamenti molto discutibili ma con eccellenti, famosi e toccanti testimonial. Insomma un ennesimo anche se aggiornato spettacolo consolatorio “politically correct”, nel pieno rispetto della odierna mitologia sociale. Penso che in mezzo a tanto bailamme, officiato da un perfetto clone del vecchio Pippo, le canzoni - come sempre del resto – si siano sperse, confuse, eseguite più o meno bene da emozionati avventizi e da cantanti di lungo corso. In breve, prendendo a prestito il titolo di un vecchio spettacolo che avevamo messo su in parrocchia da ragazzini, Sanremo 2016 ovvero “Sprizzi, spruzzi e sprazzi!!!”
E qui mi fermo, mi basti aver offerto qualche spunto di riflessione su questa Pasqua laica che sembra aver toccato il record degli ascolti, per la gioia dei numerosi sponsor che hanno officiato il loro interessatissimo sacrificio rituale su tanto altare. E anche quest’anno ‘sto Sanremo ce lo semo levati da le p…

1 commento:

  1. ..."officiato da un perfetto clone del vecchio Pippo".. definizione esatta, centrato il pesonaggio!

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