lunedì 16 novembre 2020

FARGO

 

Tre stagioni, che è come dire tre cicli, dedicati a raccontare tre storie diverse, per qualche verso apparentate al film dei fratelli Coen, che sono anche fra i produttori della serie-tv. E non solo per il titolo o per quell’orizzonte gelido, con neve e ghiaccio onnipresenti, ma anche per quell’ironia un po’ macabra evidente sin dalle prime ripetute insistenti didascalie dove si  parla di vicende rigorosamente reali, avvenute qua e là, fedelmente riproposte cambiando solo i nomi propri, insistenza che si rivela un artificio formale - ma non solo formale - per imprimere alle storie quel tanto di irrisolto, confuso, frutto di sovrapposizioni di eventi e personaggi, che è proprio delle cosiddette ”storie vere”. Altro tratto di ispirazione “fratelli Coen” è la presenza, in tutte le tre storie, di quelle ingenue quanto impegnate poliziotte che, in diversa misura, vengono sconfitte o ridimensionate da superiori protervi o cretini.

La prima delle tre stagioni si richiama da vicino ai Coen per quel personaggio interpretato da Billy Bob Thornton, ben copiato dall’analogo di “Non è un paese per vecchi”; nella seconda dominano ancora due donne, la moglie del mafioso che ne prende il ruolo e la poliziotta, abile quanto incompresa. La terza è la vicenda arruffata di due gemelli, di una truffa finanziaria, di una serie di morti per colpa di un cognome, di un tremendo manigoldo e di altro ancora. Tutte strane storie, volutamente “aperte” e parzialmente irrisolte, perché anche la realtà in fondo è sempre più o meno irresolubile, Attendiamo una quarta stagione? Sembra proprio di sì!

(Leandro Castellani)

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