Voglia
di scrivere a ottant’anni suonati. Ma scrivere cosa? Nel mio piccolo credo di
aver esplorato tutti i campi. Evitando accuratamente le Editrici maggiori, che,
come prevedibile, sarebbero diventate una Editrice Unica. Evitate perché? Per snob, per incapacità di raggiungerle, per
malfiducia, per ineduatezza dei miei scritti? In tutta coscienza posso
rispondere no a tutte le ipotesi. Le cosiddette Edizioni maggiori, si sono
ridotte, e non da ora, a macchinette distributrici di opere già anticipatamente
promosse e collocate in prima linea dal mercato internazionale, inoltre alla
smaccata diffusione di opere sortite dalla penna di attori, divi e divetti
della tv, comici da prestazioni di tre minuti - e scritte da chi per loro –
tutti cosiddetti autori che le opere se le promuovono e pubblicizzano da soli.
Restano un numero esiguo di romanzi di amici, di amici degli amici, di promesse
suggerite di qualche agenzia accreditata, tutte opere utili a crearsi un alibi per
concorrere alla spartizione dei premi letterari. Quest’ultima porzione di opere-alibi
realizzerà molto vendite – grazie alle fascette dei Premi conseguiti – ma sarà
destinata ad accrescere i depositi delle bancarelle di libri usati o le
librerie dei salotti. Tranne le debite eccezioni, beninteso.
Scartata
la pletora dei cosiddetti Editori a pagamento sono ripiegato su alcune Editrici
“cosiddette minori” ma di grande prestigio, soprattutto per quanto riguarda la
saggistica, nonché su alcuni Editori volonterosi e coraggiosi per gli altri generi.
Ecco qua. Inoltre da qualche anno, grazie ai suggerimenti di mio figlio, ho
scoperto Amazon e gli ebook.
A
proposito di Grandi Editrice miopi e distratte, vorrei ricordare che le voci
più autentiche della nostra narrativa – almeno secondo me - sono state
scoperte, dopo ripetuti ostinati rifiuti,
molto in ritardo o addirittura postume. Mi riverisco a Guido Morselli, a
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a Dolores Prato. Recentemente Alessandro Rigi
Luperti ha pubblicato con una benemerita Editrice “minore” un’opera giovanile
che è la cosa più importante delle ultime stagioni letterarie, e non solo. La
mia giovane concittadina Francesca Tombari ha pubblicata opere molto valide con
una casa indipendente, e chissà quante altre opere importanti vengono sottratte
al potenziale lettore per distrazione colpevole dei cosiddetti critici.
Dunque,
dicevo, ho scritto di tutto, dalla saggistica collegata e non al mio lavoro di
autore televisivo, al costume, alla narrativa, all’umorismo “in rima”. Mi resta
da esplorare la Poesia e la narrativa “di genere”. Ma ho un numero di inediti sufficienti a colmare
la lacuna. Dunque cosa scrivere? Ho un voluminoso quanto inedito libro di
memorie, dall’infanzia a Fano ai miei pellegrinaggi per il mondo, al mio lavoro
di regista-autore, che giace inquieto in continua gestazione ma che voglio pubblicare
direttamente, senza intermediari, per consegnarlo alla storia della tv e dello
spettacolo ma soprattutto agli amici e ai miei concittadini. A ottant’anni
credo di essere maturo per un incompleto inventario, sia pure in progress. Su
Facebook, il social network che ha rinverdito e moltiplicato la schiera dei
miei amici scovando persone perse di vista o mai conosciute, “posto” quasi
quotidianamente una serie di noterelle che rievocano infanzia, luoghi frequentati
ed esperienze vissute. Andrò avanti così fino a quando “l’ispirasion” – per
dirla col mio amico-poeta Gabbianelli, ahimè scomparso - mi suggerirà qualcosa di nuovo e di diverso.
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