Facciamo
conto che sia obbligato a fare il “compito a casa”, cioè un’imposizione. Quanti
ne ho fatti di compiti, durante gli anni di scuola e dopo la scuola, nel
lavoro: testi da scrivere e da riscrivere, programmi da montare o da rimontare,
cioè da salvare, lavori da ghost whriter che rinomati giornalisti avrebbero
firmato – bontà loro ! - senza un attimo di scrupolo. Quindi posso ben
assegnarmi un compito da solo, senza imposizioni esterne.
Andiamo
a capo. Svolgere questo compito: scrivere il soggetto per una fiction
ambientata nel contesto che hai frequentato, quindi con tutte le stimmate della
realtà, ma inserendovi uno svolgimento giallo, un morto o due, meglio ancora
una morta o due, come quelli di cui parla la cronaca giornaliera che poi
vengono enfatizzati dalle rubriche pomeridiane e serali.
A
capo un’altra volta. Un bel mattino, a troupe convocata per le abituali riprese
del serial di successo, non si trova il direttore della fotografia. Lo cercano
al bar, telefonano a casa, niente: di Giuseppe nessuna notizia. Anche la sua compagna
comincia a preoccuparsi: non è che starà ancora appresso alla solita attricetta
un po’ mignotta? Telefonata d’ufficio all’attricetta: Giuseppe, ma quando mai!
Allo Studio la lavorazione è ferma, una barca di soldi che se ne va. Il
direttore di produzione intima: bisogna cominciare. Il regista si arrende. Ci
si rivolge al primo cameraman: pensaci tu. Sul set si accendono le luci: orrore!
Il direttore della fotografia è lì che penzola da una fune. Un suicidio? Vi
piace come inizio? A me, no! Eppoi i suicidi non vanno più di moda.
A
capo di nuovo. Mancano solo tre giorni alla fine delle riprese del film, quando
alla protagonista la trovano morta nel suo camper: sgozzata, con il sangue
comincia a fuoruscire dall’uscio. Il produttore allibisce: e mo’ come si fa?
Sono rovinato. Fermi tutti! Fortunatamente a scoprire il cadavere sono state solo
tre persone, la sua segretaria particolare, il produttore e il regista.
Congiura del silenzio: teniamo segreta la cosa e terminiamo le ultime tre scene
con una sosia ripresa di spalle, di profilo, di culo... Ma quel sangue colato
per terra ha già fatto danno. L’addetto alla sicurezza della Studio ha
telefonato ai Carabinieri che quando arrivano non trovano più nessun cadavere.
E il lavoro è ripreso come sempre, la macchina si è rimessa in moto. Ma da dove provengono quelle gocce di
sangue? Perchè Giovanna non si fa più
vedere, dov’è finita? Chi ha nascosto il cadavere? Le riprese terminano alla
meno peggio: anzi può darsi che il regista abbia inventato un nuovo stile, con
la protagonista che si vede solo di spalle e di culo. Mescolate alle scene
girate precedentemente non se ne accorgerà nessuno. Il materiale è già al
montaggio. Ma adesso produttore e regista sono nei guai. Quanto alla segretaria
della diva, è improvvisamente scomparsa. La ripescheranno a fiume, anzi in quel
torrentaccio, quasi un canale scoperto, che transita non troppo lontano dagli
studi. E siamo a due cadaveri...
Con
un po’ di buona volontà posso far venire l’infarto al produttore, far cadere un
macchinista dal carro-ponte, introdurre un maniaco, una sorta di fantasma
dell’opera come ha fatto Brian De Palma, per far fuori altra gente, il
protagonista, la sarta, il macchinista stritolato dal carrello. Insomma
un’ecatombe.
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