Appendice alla nota sulla “Cronaca nera”. Evitiamo
di chiamarla amorfa cronaca nera. E’ cronaca e basta, con tanto di quotidiani
approfondimenti e aggiornamenti. In questo frangente mi è venuta un’idea che
cercherò di mettere in pratica nei prossimi giorni: prendere lo spunto da un
fatto, anzi da un fattaccio, di cronaca nera per abbozzare un raccontino di
semifantasia in trenta righe, una paginetta appena. Vediamo che succede!
Cinquantenne, un po’ avvizzita e nemmeno piacente
anche da giovane, Una vita già disegnata da tempo: fare scuola, tentare di fare
amare la nostra lingua e letteratura a una trentina di giovani che se ne
fregano, che hanno già un preciso disegno della propria vita, o almeno pensano
di averlo. Le feste comandate che non
passano mai, accanto a genitori anziani, a tentar di divertirsi con un
romanzetto o di distrarsi con un rotocalco illustrato trovato nell’anticamera
del dentista. Niente saloni di bellezza, niente parrucchiere: spenta,
occhialuta e bruttina. Poi il prodigio, inaspettato come tutti i prodigi. Quel
suo studente la guarda con sfrontata insistenza, le sorride, più tardi le
racconta i suoi sogni, le aspirazioni, le confessa la sua indifferenza per le coetanee,
volgarotte, facili a concedersi, e invece lui sogna una comunione di anime, di
pensieri, di sentire, con la compagna dei suoi giorni, una comunione che sa
fare a meno della bellezza, della giovinezza. La professoressa ne è colpita:
strano, quasi impossibile che un giovane pensi e sogni così. E se l’età, la
bellezza, la consistenza economica e culturale non contassero nulla? Come
sarebbe bello! Bello e impossibile. Di giorno in giorno quel sogno si consolida
e si arricchisce: sancire quel meraviglioso incontro d’anime fuggendo dal
mondo, dai parenti, dagli amici, rifugiandosi in un’altra nazione dove i
commenti non suonino giudizio, condanna. La prof si fa stregare – oppure è lei
a stregare il ragazzo con quel suo eccesso di fantasia - ritira i suoi risparmi
dal conto corrente. Progettano insieme. Lei rifiorisce, si tinge i capelli,
compra un paio di camicette a colori. Un bel giorno la prof scompare. I suoi
l’attendono invano, la cercano nei suoi luoghi risaputi, poi si mettono in
sospetto quando vedono che il suo conto in banca è stato prosciugato. Ma allora
è fuggita! Fuggita dove? E con chi? Quel suo studente? Impossibile: potrebbe
essere suo figlio!
Passano i giorni, vanno a vuoto gli appelli alla tv,
le ricerche. Le congetture si moltiplicano: la prof non si rivede, è fuggita in
Francia, è stata derubata da quel giovanottino bizzarro, nessuna traccia nè di
lei né di lui. E’ stata derubata e uccisa? O vive felice qualche giorno di serenità
in un piccolo paese sperduto, per poi ricomparire esaurito il gruzzolo?
Il mio raccontino si ispira a una realtà che si
sarebbe rivelata ben diversa: un bieco seduttore, corrotto nel cervello e nel
cuore, un omicidio meditato, messo in atto con l’aiuto del compare che è anche
il suo amante. Quant’era più bella la mia fantasia!
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