domenica 13 marzo 2016

L'EVASIONE



Appendice alla nota sulla “Cronaca nera”. Evitiamo di chiamarla amorfa cronaca nera. E’ cronaca e basta, con tanto di quotidiani approfondimenti e aggiornamenti. In questo frangente mi è venuta un’idea che cercherò di mettere in pratica nei prossimi giorni: prendere lo spunto da un fatto, anzi da un fattaccio, di cronaca nera per abbozzare un raccontino di semifantasia in trenta righe, una paginetta appena. Vediamo che succede!  
Cinquantenne, un po’ avvizzita e nemmeno piacente anche da giovane, Una vita già disegnata da tempo: fare scuola, tentare di fare amare la nostra lingua e letteratura a una trentina di giovani che se ne fregano, che hanno già un preciso disegno della propria vita, o almeno pensano di averlo. Le feste comandate che non  passano mai, accanto a genitori anziani, a tentar di divertirsi con un romanzetto o di distrarsi con un rotocalco illustrato trovato nell’anticamera del dentista. Niente saloni di bellezza, niente parrucchiere: spenta, occhialuta e bruttina. Poi il prodigio, inaspettato come tutti i prodigi. Quel suo studente la guarda con sfrontata insistenza, le sorride, più tardi le racconta i suoi sogni, le aspirazioni, le confessa la sua indifferenza per le coetanee, volgarotte, facili a concedersi, e invece lui sogna una comunione di anime, di pensieri, di sentire, con la compagna dei suoi giorni, una comunione che sa fare a meno della bellezza, della giovinezza. La professoressa ne è colpita: strano, quasi impossibile che un giovane pensi e sogni così. E se l’età, la bellezza, la consistenza economica e culturale non contassero nulla? Come sarebbe bello! Bello e impossibile. Di giorno in giorno quel sogno si consolida e si arricchisce: sancire quel meraviglioso incontro d’anime fuggendo dal mondo, dai parenti, dagli amici, rifugiandosi in un’altra nazione dove i commenti non suonino giudizio, condanna. La prof si fa stregare – oppure è lei a stregare il ragazzo con quel suo eccesso di fantasia - ritira i suoi risparmi dal conto corrente. Progettano insieme. Lei rifiorisce, si tinge i capelli, compra un paio di camicette a colori. Un bel giorno la prof scompare. I suoi l’attendono invano, la cercano nei suoi luoghi risaputi, poi si mettono in sospetto quando vedono che il suo conto in banca è stato prosciugato. Ma allora è fuggita! Fuggita dove? E con chi? Quel suo studente? Impossibile: potrebbe essere suo figlio!
Passano i giorni, vanno a vuoto gli appelli alla tv, le ricerche. Le congetture si moltiplicano: la prof non si rivede, è fuggita in Francia, è stata derubata da quel giovanottino bizzarro, nessuna traccia nè di lei né di lui. E’ stata derubata e uccisa? O vive felice qualche giorno di serenità in un piccolo paese sperduto, per poi ricomparire esaurito il gruzzolo?
Il mio raccontino si ispira a una realtà che si sarebbe rivelata ben diversa: un bieco seduttore, corrotto nel cervello e nel cuore, un omicidio meditato, messo in atto con l’aiuto del compare che è anche il suo amante. Quant’era più bella la mia fantasia!  

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