Io e la musica: potrei scriverci un intero libriccino.
Ma poi a chi interesserebbe? Tanto vale farla breve prima di arrivare a
raccontare il mio incontro, unico e fatale, con un provino in campo musicale.
Saltiamo altre noiose premesse e - come si suol dire
in termini poco pacifisti – veniamo a bomba.
Dunque nel periodo delle mie giovanili esternazioni
musicali entro in sintonia con un mio coetaneo che si chiama Cristiano – senza
acca in messo e finale mozzo – che studia fagotto al Conservatorio di Pesaro e
inoltre suona la chitarra e canta con swing, mentre io ho già in tasca la maturità
scientifica e mi accingo a iscrivermi all’università. Insieme, in un momento di
obnubilamento giovanile, decidiamo di partecipare a una serie di provini che la
Rai sta indicendo alla ricerca di nuovi numeri e artisti. Studiamo nuovi
arrangiamenti demenziali di tre canzonette che stanno andando di moda. Lui
suona e canta, mentre io gli faccio non tanto da seconda voce ma da controcanto
un po’ jazzistico e costruisco una sorta di singolare pantomima sull’esibizione
canora. Insomma un bellissimo numero. Il giovane sacerdote che spalleggia le
nostre recite carnevalesche presso il piccolo improvvisato teatrino della sua parrocchia
sostiene il nostro exploit prestandoci un il mitico Gelosino per registrare le
prove. Siamo molto soddisfatti e pronti alla convocazione presso la sede RAI di
Ancona. Arriviamo puntuali e… sorpresa! Ci cacciano in un angusto studiolo
radiofonico: due metri quadrati e un microfono. Non ci sono esaminatori.
L’esibizione – ci dicono - verrà registrata e spedita a Roma. Siamo distrutti:
il nostro numero si basa per il novanta per cento sulla creazione mimica e sul
controcanto di sapore umoristico. I biechi funzionari che presiedono all’operazione
tentano ipocritamente di consolarci: fate pure, vi vediamo dal vetro. Bugiardi
e menzogneri: sanno benissimo che debbono limitarsi a registrare un nastrino che
forse verrà forse ascoltato o forse no, ma altrove e da altri. Abbiamo lavorato
a vuoto. Ovviamente l’esperienza finirà lì. Il nostro fulgido avvenire di duo
musical-umoristico non fiorirà. La vita poi ci divide: Cristiano sarà un
valente musicista di fagotto pressi grandi orchestre, io partirò per Roma.
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