(minigiallo)
A proposito: l’inventore del giallo, Corrado Tedeschi,
lo conobbi molti anni fa, a Cattolica, nel corso di un festival dedicato al “genere”
che in Italia aveva preso il nome dal colore della copertina della serie più
famosa. E quell’omino piccino piccino, ma con un cervello invero notevole, ne
era stato l’inventore e il gestore. Torniamo a bomba. Ci vorrebbe uno spunto
notevole, perlomeno originale, non ovvio né banale. Ovvio sarebbe un giallo in
cui viene rapita una fanciullina da una ricca casa nobiliare e la madre
angosciatissima si mette a caccia dei rapitori. Ma io cosa ti combino? Un
giallo in cui i rapitori lasciano la figlia e rubano la genitrice, una giovane
mammina sexy, buona a far levitare un
riscatto a quattro zeri. E chi si mette a caccia dei rapitori? Non il marito,
che non esiste o perlomeno non viene preso in considerazione, non i genitori
della rapita che si limitano a darsi da fare per raggranellare il malloppo da
offrire ai rapitori, sperando che prima o poi si facciano vivi, non la polizia
che ha altre beghe da risolvere, dato l’aumento vertiginoso dei furti
d’appartamento e dei ragazzotti in overdose. No, ci si mette la fanciullina di
anni dieci, una birba di tre cotte, si diceva
una volta. O anche una birba matricolata. La quale, grazie al proprio aggeggio
elettronico tutto fare, telefonino-computer-archivio-eccetera di cui è
ovviamente dotata, riesce a rintracciare conoscenti equivoci, a ricostruire
mappe, a individuare tracce, a intervistare portiere distratte e passanti guardoni
che hanno assistito al ratto. Insomma tante ne combina che riesce a scoprire il
rifugio dove la povera mamma è stata rinchiusa. E siccome i rapitori, oltre che
delinquenti, sono anche cretini, gli indizi lasciati distrattamente per strada
abbondano. La faccio breve perché sono al termine delle trenta righe
disponibili. La fanciullina penetra nello scantinato-prigione, libera la mamma,
raggiunge la stazione di polizia, riceve il plauso del commissario. E vissero
felici e contente tutte e due, in attesa del prossimo rapimento.
(Leandro Castellani)
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