LUCKY LUCIANO
(1897-1962)
In
visita a Napoli – mi sembra fosse il 1950, Anno Santo – da alcuni parenti non
eccessivamente frequentati ma molto simpatici. Ci vedevamo a intervalli un po’
dilatati. Noi quattro della famiglia Castellani, papà mamma mia sorella ed io,
e loro, i napoletani, una turba. Ricordo la sera in cui Domenico detto Mimì,
illustre direttore di manicomio e promesso a una cugina, ci portò tutti a cena
– cioè noi quattro, zia Angelina con la Lina nonché con i due figli maschi e relative consorti – nel ristorante più rinomato
di Napoli, la terrazza a mare di Zì’ Teresa. Fu una cena epica, con Mimì che
ordinava leccornie marinare e amministrava l’allegria, mentre i posteggiatori
eseguivano da par loro una selezione dei più bei motivi napoletani, dalla
tristezza struggente di “Scalinatella” alla furberia ammiccante di “Fatte fa
‘na foto”.
A
un certo punto della serata il “coup de théatre”: nell’ampia terrazza del
ristorante vidi avanzare un gruppetto di individui a precedere un ometto con
gli occhiali dalla montatura dorata – si chiamavano già Rayban? - e un
bell’abito scuro a righe, accompagnato da una bionda almeno venti centimetri
più alta di lui, una bionda di quelle “da cinema”. Stavolta Mimì abbassò la voce
stentorea per sussurrarci: è Lucky Luciano!
Allora
non sapevo nemmeno chi fosse il fantomatico gangster esiliato dagli USA, ma mi
colpì quel suo modo deciso e autoritario di farsi largo, la sua singolare
estraneità, l’alone che sembrava circondarlo. Lo ricordo come allora, quei
capelli divisi da un lato con una forte scriminatura, e soprattutto quegli
occhiali dorati.
Salvatore
Lucania, detto Lucky Luciano, capo assoluto della mafia fra il 1931 e il 1945.
Allontanato dagli Stati Uniti, era approdato a Napoli da dove continuava a
dirigere il traffico internazionale della droga. E a Napoli, presso l'aeroporto
di Capodichino, sarebbe morto d’infarto nel ’62.
Incontro
da essere collocato tra schermi e ribalte? Sì e no. No, stando a un criterio
rigoroso, sì a mettere in conto i numerosi film che prima durante e dopo hanno immortalato
gangster analoghi o forse ispirati a quel signore che aveva fatto colpo su di
me, ragazzo in gita alla città del sole, dei parenti e di Pulcinella.
(Leandro Castellani)
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