giovedì 22 ottobre 2015

CENERENTOLA



Partito con lo shakespeariano “Enrico V”, di cui fu debuttante regista cinematografico nonché interprete, planato attraverso un ottimo “Amleto” in abiti ottocenteschi, dopo prove discontinuem talora ragguardevoli e talora decisamente azzardate, Kenneth Branagh è atterrato nei territori delle premiata ditta Disney per dirigere questa “Cenerentola”. Da Shakespeare a Perrault, un bel salto, non c’è che dire! Il film s’inquadra in quel filone abbastanza recente reso praticabile e appetibile dallo straordinario  sviluppo della tecnica digitale e dalla nuova era dei super-effetti speciali. Un filone che ha permesso la fioritura di un nuovo genere, la fantasy, e la riesumazione di molti “classici della fiaba”, dalla Bella addormentata a Biancaneve, a Cappuccetto Rosso, alla Bella e la bestia e così via, ogni volta con un abuso di sper-effetti e la partecipazione di grandi dive, da Angelina Jolie a Charlize Theron,  in veste di supercattive.
Anche in questa “Cenerentola” la grande supercattiva non manca ed è Cate Blanchett, come non mancano gli effetti speciali a rendere possibili le magie della Fata Madrina (Helena Bonham Carter) e la moltiplicazione delle masse.
Ma il film ha almeno due pregi: quello di aver prestato fede alla fiaba, con molta fedeltà e appena un pizzico d’ironia, e quello di non aver usato gli immancabili “effetti speciali” a fini …sovversivi, da assurdo videogioco. Merito di Kenneth Branagh, senza dubbio, ma anche – vorremmo dire soprattutto – di quel grande creatore di contesti scenografici che è il nostro Dante Ferretti, che ancora una volta dà concreta realtà a un esuberante mondo fantastico, ma trattenuto nella sfera del verosimile: quel palazzo reale grave, imponente e sfarzoso, quella scalinata un po’ corrosa dal tempo, la bicocca di Cenerentola – e quella straordinaria soffitta – in cui si mescolano ricordi e sogni. Un mondo di paesaggi, architetture, arredi, rutilante e immaginifico a cui ben si sposano dei costumi chiassosi ma non irritanti, a colori sgargianti… Dunque una rilettura piacevole, con un omaggio ai “topini” della vecchia versione a cartoni offertaci molti anni fa dalla stessa premiata ditta.  E Cate Blanchett? Fa la cattiva, come da copione.

Nessun commento:

Posta un commento