Partito
con lo shakespeariano “Enrico V”, di cui fu debuttante regista cinematografico
nonché interprete, planato attraverso un ottimo “Amleto” in abiti
ottocenteschi, dopo prove discontinuem talora ragguardevoli e talora decisamente
azzardate, Kenneth Branagh è atterrato nei territori delle premiata ditta
Disney per dirigere questa “Cenerentola”. Da Shakespeare a Perrault, un bel
salto, non c’è che dire! Il film s’inquadra in quel filone abbastanza recente
reso praticabile e appetibile dallo straordinario sviluppo della tecnica digitale e dalla nuova
era dei super-effetti speciali. Un filone che ha permesso la fioritura di un
nuovo genere, la fantasy, e la riesumazione di molti “classici della fiaba”,
dalla Bella addormentata a Biancaneve, a Cappuccetto Rosso, alla Bella e la
bestia e così via, ogni volta con un abuso di sper-effetti e la partecipazione
di grandi dive, da Angelina Jolie a Charlize Theron, in veste di supercattive.
Anche
in questa “Cenerentola” la grande supercattiva non manca ed è Cate Blanchett,
come non mancano gli effetti speciali a rendere possibili le magie della Fata Madrina
(Helena Bonham Carter) e la moltiplicazione delle masse.
Ma
il film ha almeno due pregi: quello di aver prestato fede alla fiaba, con molta
fedeltà e appena un pizzico d’ironia, e quello di non aver usato gli
immancabili “effetti speciali” a fini …sovversivi, da assurdo videogioco.
Merito di Kenneth Branagh, senza dubbio, ma anche – vorremmo dire soprattutto –
di quel grande creatore di contesti scenografici che è il nostro Dante Ferretti,
che ancora una volta dà concreta realtà a un esuberante mondo fantastico, ma
trattenuto nella sfera del verosimile: quel palazzo reale grave, imponente e
sfarzoso, quella scalinata un po’ corrosa dal tempo, la bicocca di Cenerentola
– e quella straordinaria soffitta – in cui si mescolano ricordi e sogni. Un
mondo di paesaggi, architetture, arredi, rutilante e immaginifico a cui ben si
sposano dei costumi chiassosi ma non irritanti, a colori sgargianti… Dunque una
rilettura piacevole, con un omaggio ai “topini” della vecchia versione a cartoni
offertaci molti anni fa dalla stessa premiata ditta. E Cate Blanchett? Fa la cattiva, come da
copione.
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