Si è conclusa la liturgia televisiva celebrata da Monsignor Fazio e Roberto Savonarola. Liturgia che è specchio fedele di alcuni ricorrenti difetti italici; logorrea, ipocrisia verbale, omaggio ai grandi giullari, esibizionismo e così via. Il tutto brutalmente imposto e malamente celato sotto un’aureola di vittimismo e a totali spese dei contribuenti italiani che pagano il canone tv , dato che hanno dovuto sostenere i costi di un programma falsamente faraonico, curato dalla Endemol di proprietà Berlusconi, unica beneficiaria economica dell’iniziativa.
A tanti falsi profeti ritengo preferibile l’istrionismo autogestito di Beppe Grillo, la tribuna di Santoro e le sapide vignette di Vauro. Intendiamoci: che ci sia materia per incazzarsi con il governo, il suo leader, le banche, gli industriali in fuga e tutti i cosiddetti “poteri forti”. Non c’è da dubitarne, ma le rivoluzioni non si fanno con i soldi pubblici e a beneficio economico dell’avversario. Troppo facile. Comunque una bel trampolino di lancio per Roberto Savonarola e una conferma della melliflua astuzia di Monsignor Fazio Della Casa.
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