Un incrocio di binari e di ferrovie. Treni che arrivano e che partono, in quella sconosciuta stazione di transito fra due linee che s’incrociano. Ed io in attesa del treno che da un misterioso luogo A di partenza mi porti a un misterioso luogo B di arrivo. Partito da dove arriverò dove? Ma nessuno mi ha detto in quale binario giungerà il mio treno e mi aggiro frettoloso e ansioso in una specie di stazione semidistrutta, da tempo di guerra o da paese invaso. Vista al cinema o forse alla tivù. Gallerie che si intersecano e mura antiche, quasi ruderi, che attraverso brecce collegano un binario all’altro. E treni che spuntano non so da dove e arrivano carichi sino all’inverosimile di passeggeri, strizzati nei corridoi o che si affollano ai finestrini. Gente vestita male ma decentemente, come indossassero il vestito della festa ormai liso e consumato sino alla trama. Appena il tempo di fermarsi e il treno riparte. Ed io corro affannato alla ricerca del mio binario. Ma nessuno fra le rare persone in attesa, su quel marciapiede mangiucchiato dalle bombe, sa fornirmi indicazioni utili. E non c’è in giro un ferroviere. un capostazione, un vigile a cui chiedere informazioni,. Come vorrei trovarmi a Falconara, con i binari evidenti e ben esposti al sole e i riferimenti costanti, e quel treno che sbuca dal nord incrocia quello che porta a Roma, e quell’altro treno che sbuca dal sud porta a Fano! Come vorrei essere nella Grand Station di New Tork, vista e rivista cento volte, dal vero ma anche nei film, con Al Capone che scende la gradinata e qualche altro divo o diva che si affolla presso il botteghino, e il bigliettaio che fa capolino al di là del vetro. Ma poi giunge il mattino e ci si sveglia.
Leandro Castellani
I sogni sanno scrivere sempre i nostri desideri.
RispondiEliminaQuello di partire è un desiderio che ogni giorno si fa impellente,la borsa è pronta .