Un
bel giorno potrò perdere tempo buttando giù un diagramma dei grandi medi e
piccoli temi del cinema. Tutti allineati sulla verticale mentre sulla linea
orizzontale indicherò i film appartenenti ai vari sottogeneri. Ebbene, uno di
questi è il sottogenere “ragazze al centralino”, strettamente imparentato a
“ragazze commesse” e a “ragazze in collegio”, cioè tutti temi che puntano sulla
solidale amicizia fra ragazze che condividono lo stesso lavoro e lo stesso
destino, amicizie messe a repentaglio dalle solite maligne che s’infiltrano
sempre a rovinare le amicizie e così via. E parliamo di questa lunga serie
spagnola, in due stagioni con una terza in lavorazione, dedicate agli anni
Trenta, con la grande industria telefonica in espansione che recluta ragazze.
Un prodotto, vorrei dire “esemplare”, per quanto riguarda una seria televisiva
ad alto contenuto romantico-popolare, come gli spagnoli hanno imparato a fare
assai bene e come noi italiani, tranne rarissime eccezioni, non sappiamo fare.
Innanzi tutto gli interpreti, ben scelti, facce interessanti, prestazioni di buon
livello, e una protagonista fascinosa (Blanca Suarez) che piace al popolo dei
telespettatori. Poi l’ambientazione, precisa, per non dire rigorosa e
inappuntabile. E infine – o dovevo metterla al primo posto ? - la sceneggiatura
e i dialoghi, decisamente abboccati e ben dosati fra romanticismo e romanzesco,
con i buoni e i cattivi ben delineati, così come per le ragazze che debbono
commuovere, quelle sventurate, colpi di scena, gelosie e rivalità: tutto al
loro posto. Compresa l’ormai immancabile storia omosex, in questo caso di
lesbiche.
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