Come
ogni mattino, svegliandosi si era rivolto al calendario, uno di quelli
all’antica da sfogliare giorno per giorno, con i grandi numeri stampati in
rosso vivo. Il 20 luglio? Strano, gli sembrava che dovesse essere il 19.
Controllò l’agenda, per verificare gli impegni della giornata e organizzarsi. No, era proprio il 20. Ma non era ieri
che aveva preso parte alla riunione di
presidenza, e poi tutti insieme la sera a cena allo Spaghetto Selvaggio? Non poteva sbagliarsi. E ieri era appunto il 18. E
allora perché oggi era il 20? Ma non doveva essere il 19? Che fine aveva fatto
il 19? Telefonò a uno degli amici della
presunta sera prima. Controllò il diario aziendale. Nessun dubbio. Ieri era il
18 ed oggi il 20 luglio, anniversario del famoso attentato fallito a Hitler. Ci
avevano fatto anche un film con Tom Cruise protagonista. Ma allora? E il 19 che
fine aveva fatto? Si era perduto un giorno. Forse lo aveva passato a letto in
coma profondo? Oppure era svanito nei sogni? Ma sui calendari e sull’agenda ne
sarebbe rimasta traccia. Passò l’intera giornata a cercar di ricostruire se
stesso, nel tentativo di recuperare quelle preziose ventiquattr’ore. C’era una
sola soluzione, suggeritagli dai romanzi di fantascienza di cui era un vorace
lettore: quel giorno lo avevano fatto scomparire i marziani, dopo averlo rapito
e condotto via attraverso i sentieri segreti del cielo per visitare luoghi e
pianeti proibiti. Forse avevano fatto esperimenti sul suo corpo per proseguire
nella conoscenza di quella razza anomala a cui apparteneva. Infatti non ricordava
di avere quel foruncolino sulla guancia destra, prossimo a esplodere espellendo
la sua goccia di sangue o di pus. Che fosse spuntato e maturato in quel lasso
di tempo scomparso? E la faccia da rasare? Non c’erano dubbi, era una barba di
due giorni. Ma in fondo che cos’è un giorno? Giorno più giorno meno.
Eppure lo coglieva la nostalgia di
quel giorno perduto, o meglio un’irrequietezza profonda, un’agitazione
interiore che dal cervello gli scendeva
allo stomaco: quante cose avrebbe potuto fare in quel giorno perso? Tutto ciò
che si era ripromesso di fare da tanto tempo e aveva sempre rimandato: rintracciare
Luisa, la sua vecchia ragazza, quasi fidanzata. Oppure decidere finalmente di
dare inizio al grande romanzo che gli avrebbe sicuramente procurato l’immortalità:
aveva tutto l’incipit in testa, attendeva solo qualche ora vuota per stenderlo
giù. O ancora rivedere i genitori che abitavamo lontano. Gliel’aveva promessa
una visita fuori ordinanza, fuori dalle due previste a Natale e per la Festa
del Santo. O ancora, passeggiare. Quanto tempo era che non passeggiava? Andare
al mare e fare il bagno, magari prendendo in affitto un pattino, che dalle sue
parti chiamavano moscone. Se ancora c’e n’era uno non spodestato dagli orribili
pedalò in plastica rossa. Un giorno tutto per sé, da centellinare, ora dopo
ora, minuto dopo minuto. E invece niente. Glielo avevano rubato. Avrebbe potuto
protestare. E con chi? Con il Governo, è ovvio. Perché si era trattato sicuramente
di un bieco trucco o di una losca
manovra del Governo per evitare uno sciopero o una manifestazione di piazza, o
semplicemente per arrivare un giorno prima alla scadenza della Legislatura agli
sgoccioli.
Nel rovello che non riusciva ad abbandonarlo
passavano le ore. Quando si distolse dall’incubo cominciava già ad imbrunire:
il 20 luglio stava volgendo al termine e lui si ritrovava solo, orbato da un
giorno di vita e con il rimorso di averne sprecato un altro. Ma il 21 luglio
sarebbe stato tutto diverso. Il 21 sarebbe stato il giorno della sua resurrezione.
Oppure sarebbero tornati i marziani e al risveglio sarebbe stato un assolato,
torrido 22 luglio!
(Leandro Castellani)
Nessun commento:
Posta un commento