martedì 26 febbraio 2013

TRE DUE UNO NIENTE - storia segreta della bomba atomica



Leandro Castellani
TRE DUE UNO NIENTE
Storia segreta dell’atomica di Hiroshima
 www.amazon.it

Questo libro racconta la nascita dell’era nucleare e lo fa con le parole dei protagonisti, dunque costituisce, in certo senso, l’autobiografia dell’arma totale, la storia della sua nascita, dei terrori ad essa connessi, delle ansie per liberarsene, delle speranze in un domani di pace, registrata, pagina dopo pagina, dalla viva voce degli uomini che quell’arma hanno costruito, quei terrori hanno liberato, quelle ansie e quelle speranze hanno vissuto.
Sono pagine che riuniscono e coordinano testimonianze raccolte personalmente dall’autore a varie riprese, per la realizzazione di importanti cicli di inchieste televisive, nel 1963, nel 1967, nel 1984 nonché in anni successivi. Testimonianze eccezionali,  spesso uniche, in cui i “protagonisti” dell’avventura atomica rievocano direttamente la loro storia: lo sbocciare della fisica nei primi vent’anni del secolo scorso, le grandi tappe degli anni Trenta, il timore dell’arma segreta di Hitler, la costruzione dell’atomica di Hiroshima… Un’ampia incandescente materia rievocata, raccontata, discussa dai “padri della bomba”, da Premi Nobel, politici, generali, in un’incalzante narrazione che è anche un invito aperto a meditare sul nostro presente.   

mercoledì 6 febbraio 2013



La passione di Giovanna D’Arco
(Carl Theodor Dreyer, 1928)

Povera mite dolce pulzella,
per la sua Francia lei si arrovella.
La vuol convincere un tristo frate
che quelle voci se l’è inventate.
Lei si ribella: il suo destino
è dare un trono al buon Delfino
anche se il giovane, un po’ riottoso,
preferirebbe restare ascoso
senza impegnarsi nella tenzone
e alla pulzella lasciar l’agone.
Alfin sul rogo verrà cremata.
Cent’anni dopo la fan beata
a chieder scusa di quello sbaglio:
può capitare prendere abbaglio!
Deh, su perdonaci, cara ragazza,
che ti faremo la statua in piazza,
non solo ma, per tenerti buona,
ti nominiamo nostra patrona!

martedì 5 febbraio 2013





I Soprano
(prima tv: 1999)

La famiglia dei Soprano,
gente sana ed alla mano
che gestisce con destrezza
il bisnìs della mondezza,
con gli amici che ci ha attorno
ha un locale un poco porno.
Gente sana, un po’ all’antica,
che commercia con la fica.
Gente sana, diligente,
solo un poco delinquente,
se gli vien lo sghiribizzo
va a pretender pure il pizzo.
Il padrino è generoso,
galantuomo, religioso,
ama il figlio e anche la figlia:
l’importante è la famiglia!
Ama pure le donnine
purchè giovani e carine,
ma la moglie non si lagna,
lei prepara la lasagna.

I GIORNI DELLA MIA VITA



Francesca, giovane arrampicatrice sociale: l’infanzia nella famiglia contadina, lo stupro, il ’68, la scalata al successo, lo yuppismo degli anni Ottanta, tangentopoli, gli amori, le delusioni. Una storia “privata” che incrocia situazioni comuni, ordinarie, ed eventi straordinari, e insieme un singolare spaccato della società italiana degli ultimi cinquant’anni.
Non un romanzo femminista, non un romanzo vittimista, ma un piccolo spaccato di storia dell’Italia visto con gli occhi della protagonista, attraverso le sue personali riflessioni ed esperienze..
La storia di una donna, vittima di violenza, sconfitta ma pronta a reagire, alla ricerca di un’affermazione conquistata con caparbia volontà, ma sola, disperatamente sola.
E’ il giovane Aldo Emanuele Castellani, attore autore e regista di teatro, l’autore di questo singolare umanissima avventura in un romanzo tutto da scoprire, che non delude mai e si apre ad ogni capitolo a nuovi inaspettati risvolti.
Nell’orizzonte grigio e un po’ ottuso dell’odierna narrativa italiana, inficiata da ideologie di maniera o da sbandierati impegno, il romanzo di Aldo E.Castellani spunta come un fatto inconsueto. Scavalcando le grandi editrici e rifiutandosi alle cosiddette minori, il giovane scrittore ha avuto il coraggio di affidarlo alla rete, facendone un e.book come segno di speranza e di fiducia in nuovi mezzi di democratica fruizione. Un coraggio che ci auguriamo non vada deluso.

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lunedì 4 febbraio 2013

LA MAGIA DI SPOON RIVER



Una stazione ferroviaria, crocevia di esistenze che si consumano in una sosta, lunga o breve, nell’attesa di un treno che passerà veloce come la vita. In questa metaforica sosta tre personaggi reduci da un pranzo di nozze attendono il treno che li riporterà alla vita-città. “Lui” spento farfallone un po’ immaturo, ragazzo non cresciuto; “lei”, ragazza un po’ nevrotica che sogna una sistemazione e non solo sentimentale, sempre rimandata, e “l’amico” ottusamente consolatorio. E qui, provocati dalla magica apparizione della piccola custode delle esistenze, che spazza via i sogni con una vecchia scopa, risorgono i fantasmi di vite vissute. E sono gli epitaffi poetici di Edgar Lee Master, gli stessi che Thornton Wilder orchestrò circa ottant’anni or sono nella sua “Piccola città”.
La commedia alterna con sapienza il  piano in prosa dei dissidi a tre, che conserva una sua pungente e caustica autonomia, con quello poetico dello Spoon River, anche se l’innesto non sempre è felice e forse non è sufficiente ad operare la saldatura il personaggio simbolo della “custode”.
Ma il risultato è sempre intelligente e i tre personaggi principali vivono compiutamente: il “lui” fragile e un po’ schoizzoide di Luca Scapparone, “l’altro” torpido e un po’ sminchionato di  Francesco Bonelli, che è anche felice autore e regista dello spettacolo, la “lei” di Melania Fiore, appassionata e disillusa, ma pronta a rimettersi in gioco. In particolare Melania disegna con la consueta e sempre più ricca sapienza attorale il personaggio dolce-amaro di Adriana dosando con rara abilità gli sconfinamenti nel grottesco, intendendo per grottesco la capacità di trasferire o sublimare il dato reale in irreale o surreale, e viceversa di conferire al dato surreale connotati di preciso realismo. Senza dimenticare la dolce presenza di Desy Gialuz nel personaggio trait-d’union fra presenza e poesia.