mercoledì 24 marzo 2021

SECONDA LEZIONE DI SCRITTURA ON-LINE

Nuova lezione del mio corso on-line di scrittura possibilmente creativa, dedicato in particolare al cosiddetto “raccontino corto”, da consumarsi come un gelato d’asporto, uno di quelli che ai miei tempi si chiavavano Moretti - qualsiasi illazione razzista assolutamente impropria. ”Racconto breve”, genere recentemente oggetto di nuovi interessi e nuove passioni nonché appetito dalle sempre più numerose antologie messe assieme in tutta fretta, fameliche di autori e acquirenti. Una storia, un personaggio una vicenda di vita, un destino, triste o magari allegro, da leggersi saltando una riga ogni due, come suggerisce l’odierna civiltà della fretta e dell’incostanza: correre a perdifiato, talvolta senza preoccuparsi se in fondo alla strada sdrucciola si presentasse, improvviso e inaspettato, un dirupo, uno strapiombo, un precipizio. Suscitare immagini con le parole, ma un po’ a casaccio, senza verificare se fanno a pugni fra loro. Anzi evitare che si armonizzino e fraternizzino sino a disegnare una storia, pur breve o strampalata che sia. Per un racconto breve non occorre un incipit e non serve descrivere l’ambiente, la situazione, il cosiddetto contesto e non necessita neppure il finale, la clausola, la morale, l’”e vissero tutti felici e contenti”. Consigliabile invece arruffare il percorso narrativi facendo uso del flahback, mescolando presente e passato più o meno prossimo ma senza avvertire il lettore come facevano i vecchi scrittori che, ove necessitasse recuperare il passato, si affrettavano a dircelo a chiare lettere: “cinque anni prima, oppure dieci anni, tre giorni prima” e così via. Anche al cinema che fu i flashback erano segnalati all’incauto spettatore con un qualche espediente: un alone ai margini delle immagini, un suono d’arpa, una dissolvenza un po’ impicciata e così via. Roba vecchia!

Ma sto perdendo tempo. Torniamo al nostro “racconto breve”. Tizio  incontra Caio, o meglio Caia. Dove? In ufficio, sul luogo di lavoro, oppure al bar, in discoteca, o meglio ancora per strada, lei frettolosa e lui distratto che quasi la investe. Scusi, si è fatta male? E scocca la magia del colpo di fulmine. Adesso si chiama in un altro modo. Uno sguardo, un sorrisetto, una moina, un approccio.

Non perdete troppo tempo con i preamboli e passate subito a descrivere la succulenta scena di sesso selvaggio, che tassativamente deve far seguito all’incontro casuale:  l’inevitabile  esternazione ginnico-erotica, a casa di lui o in quella di lei, o – se volete essere realistici e alla moda -  nei cessi del  locale di ritrovo, in uno stradino buio o in una comoda auto possibilmente, ibrida per amor di ecologia. Non fate i pudichi, siate espliciti e anche un po’ volgarucci. E per finire, tanto la storia che il racconto breve. il disincanto, il risveglio, la fine del breve tumultuoso accoppiamento sessuale. Che sarà dei due appassionati provvisori concubini? Partita chiusa o possibilità di un bis? Tutto concluso o forse no? Magari, prima o poi, potrebbero decidere di ricedersi o magari – hai visto mai? - di convivere? Per due lunghi…anni? Anni? Non esageriamo: un giorno, un’ora? Lasciamolo nel vago. Si rivedranno, per strada, in  un festino, alle nozze di amici? Vi avvicinate al finale? L’uomo si accende una sigaretta, la donna consulta l’orologio. Presto che è tardi. E qui finiscono i 3456 caratteri del raccontino, spazi inclusi. E incluso anche il mio congedo dall’auspicabile  allievo/a. 

LEANDRO CASTELLANI




lunedì 22 marzo 2021

LEZIONE ON-LINE DI SCRITTURA POSSIBILMENTE CREATIVA


Vanno di moda i raccontini brevi, non troppe righe per raccontare un fatto, descrivere un personaggio, tracciare una parabola o al massimo, ma solo se richiesto, tirare una succinta morale. Insomma un raccontino breve quanto effimero, analogo a quelle  stelle filanti che tracciano una breve scia nel cielo notturno in certi giorni dell’anno. Raccontini da spedire poi a un concorso, religiosamente on line, previa la contribuzione di una peraltro modesta tassa di lettura. E alla fine per il vincitore ricchi premi e cotillon, come si diceva al tempo di mio padre, navigato uomo di mondo. E fioriscono su Facebook e su altri cosiddetti social gli annunci di corsi on-line per insegnarti a scrivere, visto che la scuola era è e sarà latitante. Uno dei tanti corsi on-line dedicati a futuri scrittori che, in questi tempi di isolamento virale, sembrano crescere a mo’ di funghi. Tutta l’arte di scrivere in otto massimo dieci lezioni, impartite da sedicenti scrittori desiderosi di contribuire, seppure in modo aleatorio, a  gratificare il prossimo. E allora facciamone uno anche noi, accreditati da quella cinquantina di opere letterarie pubblicate a pezzi e morsi in ottant’anni di abbastanza onorata carriera.

Volete scrivere un thriller? Rimediatevi un  morto, ovviamente ammazzato, dategli un aspetto a piacere: uomo o donna, giovane o vecchio, biondo o bruno, alto o basso, grasso o magro…? E poi l’arma. Con che arma è stato ucciso? Arma da fuoco, coltello possibilmente acuminato, attizzatoio, statuetta in marmo da scrivania, strangolamento a mani nude oppure con corda, lacciolo, calza di seta, cintura in cuoi e così via? Non avvilitevi che siete già a mezza strada. Ma adesso viene la parte più difficile: chi condurrà le indagini per scoprire esecutore e mandante dell’efferato delitto? Un commissario alla francese, con baffi e feltro in testa e non dimenticate la pipa, un ispettore all’italiana con chioma arruffata ed eloquio romanesco, o magari un ex-immigrato recentemente insignito di nazionalità nostrana? Il più è fatto. Resta da scoprire l’assassino, o assassina, la cattiveria non ha sesso. E poi il motivo, il suo bel perché: gelosia, interesse, invidia o qualcun altro dei sette vizi capitali a disposizione. Tutto fatto? Ennò, manca il più bello: il motore della storia, la spinta detta anche tensione o, all’americana, suspense, quella molla  prodigiosa che costringe il lettore a non  fermarsi nella lettura, per breve che sia. Ma sono agli sgoccioli della lezione.

Troppo ovvio? Somiglia troppo ad uno dei due o trecento thriller che la tv ci impartisce quotidianamente? E allora, coraggio! Facciamo tutto a modo nostro: sul mio terrazzino sta per spuntare una rosa, il bocciolo già freme, ansioso di aprirsi alla vita premiando la mia fatica e le mie speranze di improvvisato giardiniere in sedicesimo. Ce la farà a sbocciare la mia rosa? Ma quando, fra un’ora, fra un giorno, fra due? Prima che il previsto temporale minacci il terrazzino? Le nuvole già incombono, si fanno sempre più spesse, il vento squassa le foglie e gli arbusti del mio precario parco di un metro per due. Quale tensione, che razza di suspense! Il bocciolo freme, è prossimo a sbocciare, ma sembra ritrarsi, come se avesse paura di esporre troppo presto il suo fiore alle intemperie. Ma il primo petalo fa già capolino! Riuscirò ad assistere al prodigioso evento prima che scocchi l’ora della chiamata al lavoro? Oppure prima che scoppi il temporale già annunciato da lampi e tuoni? Che giallo, quale parossistico thriller!  Ma il previsto racconto breve finisce qui: 3620 caratteri, spazi inclusi. La prossima lezione al prossimo contatto on-line.

LEANDRO CASTELLANI