lunedì 10 novembre 2014

CRONACA NERA IN SALSA PICCANTE



Elena Ceste, un triste caso di cronaca nera divenuto l’argomento principe di tutti i contenitori, pomeridiani  mattutini e serali, della nostra beneamata televisione. Sulla prima rete RAI un giovane, cordiale e contegnoso conduttore lo condisce all’italiana –  solo olio extravergine e una goccia di aceto balsamico -  con l’ausilio di qualche pia signora cosiddetta esperta a esprimere assennati circostanziati giudizi, mentre, sul Quinto Mediaset, la vestale ufficiale del canale si trasforma in detective per indagare e fornire ulteriore materiale agli indagatori ufficiali, il tutto avanzando nuove ipotesi di colpevolezza edulcorate da continue profferte di garantismo. Nonchè commentando con incomparabili variazioni facciali sentimenti di perplessità, commozione, dissenso, dubbio, adesione e quant’altro, mentre fanciulle un po’ smarrite e un po’ saccenti le inviano notizie e interviste dai soliti luoghi deputati: l’angolo della casa incriminata, il bordo del canale del ritrovamento, la siepe dietro l’orto e, naturalmente, il sagrato della chiesa, continuando imperterrite a interrogare sempre le stesse persone: il medico, l’amica pettegola e l’amica fedele, la perpetua, il compagno di scuola, il parroco… Sconcerta il fatto che questi interlocutori continuino imperturbabili – “sin verguenza” direbbero gli spagnoli –  a ricamare ed elucubrare giornalmente sui propri ricordi, alla ricerca di dettagli che consentano  loro di prolungare - qualcuno direbbe “eternare” – la presenza sugli amati schermi televisivi!
Ma questa è l’ordinaria amministrazione. Poi ci sono le rubriche settimanali, i chi la visto, i terzo e quarto grado, le arene  e i talk show, a riassumere, riepilogare, cesellare dubbi e indiscrezioni, illustrate dalla stessa monotona serie di foto della vittima: da quella di una ragazza dal sorriso dolcissimo a quella di una sorta di arcigna megera.  
Cosa sarebbe la tv senza casi come quella della povera Elena? Per fortuna la cronaca nera è sollecita nel rifornire sempre nuovi spunti: c’è Sarah, c’è Chiara, c’è Yara, c’è la povera Roberta. Che tristezza, che squallore. Ma poi, per fortuna, ci sono anche  nozze, separazioni, matrimoni, nuovi amori, attese di bebè… Viva la tv!