sabato 21 febbraio 2009

Ricorre in questi giorni il quarantesimo anniversario del primo Leone d’oro veneziano assegnato a un documentario, anzi a un’inchiesta. Si tratta de “L’enigma Oppenheimer”: Leandro Castellani allora giovanissimo debuttante nella equipe del neonato Secondo Canale RAI, aveva intervistato il “padre della bomba atomica” nonché l’uomo che Oppenheimer aveva ingiustamente accusato di spionaggio negli anni di Los Alamos. Un’inchiesta esemplare che avrebbe vinto nello stesso anno il Premio Marconi per la miglior opera televisiva italiana e il Gran Premio della Critica al Festival d Montecarlo.
Fu il “primo” dei “primati” televisivi di Leandro Castellani. Inventore dell’inchiesta storica, inventore del docu-drama, da lui battezzato Teatro-inchiesta, autore del primo grande sceneggiato storico (Le cinque giornate di Milano).
Iniziata da giovanissimo la carriera di Leandro Castellani è proseguita fra Premi e successi. Sua la co-regia delle due più fortunate edizioni del serial Incantesimo (2001-2002), suo il breve videofilm che ha vinto nel 2005 il premio per la miglior opera europea nel prestigioso Festival di Chang-chun (Cina). Circa duecento ore di grandi sceneggiati e film tv, due onorevoli prestazioni per il grande scherno, “Il coraggio di parlare” premiato a furor di popolo a Villerupt in Francia, a Giffoni e in un’altra dozzina di rassegne minori, e quel “Don Bosco” con Ben Gazzara che contiene il più lungo ed elaborato piano-sequenza della storia del cinema.
Un autore di tutto rispetto, che all’attività di autore-regista unisce un numero di importanti pubblicazioni nei settori più diversi.
Eppure non è un presenzialista, non ha mai frequentato la critica militante né i cosiddetti “salotti”: non lo vediamo nei talk-show, dove avrebbe molto, forse troppo, da raccontare, e neppure nominato – omissione che ha dello scandaloso - nel grande volume RicordaRai, monumento faraonico ai cinquant’anni di tv.
Vivo, vegeto, agguerrito, e operante in settori minori della produzione, sembra quasi i settori “maggiori” lo evitino. Ne sa troppe? Uno dei tanti misteri d’Italia su cui Carlo Lucarelli potrebbe indagare.
(Agenzia Telenews due, 1996)

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